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La riflessologia plantare: quando i piedi parlano di noi

La riflessologia plantare: quando i piedi parlano di noi

“La Natura non fa nulla invano” Aristotele

La riflessologia plantare è una metodica di intervento manuale che consente alla persona di mantenere o ritrovare in suo benessere psico-fisico. Grazie alla riflessologia, l’individuo viene guidato dall’operatore in un percorso di percezione e consapevolezza di sé; questo permette di ridurre lo stress, favorire il rilassamento, allentando le tensioni e migliorando la respirazione.

La riflessologia si configura come strumento particolarmente efficace al raggiungimento del benessere generale della persona, rafforzando e sostenendo il benessere mentale e fisico e stimolando i processi di autoguarigione del corpo.

Storia della riflessologia

La riflessologia è una scienza antichissima. Popolazioni come quella cinese ed egiziana nel 5000 a.C. sperimentavano il massaggio del piede come forma di terapia e cura delle malattie. La medicina del tempo si basava sui riflessi del piede, che venivano opportunamente trattati e stimolati. Gli antichi cinesi consideravano l’essere umano come manifestazione di tensione tra due poli: Il Cielo e la Terra. Il Cielo è situato sopra la testa e la Terra sotto i piedi.

La riflessologia del piede trovò poi una sua collocazione “scientifica” grazie al lavoro di un otorinolaringoiatra statunitense, William Fitzgerald, che per primo iniziò a documentare le sue esperienze e sistematizzò i punti dei piedi, codificandone le corrispondenze anatomiche. Fitzgerald è considerato il fondatore della cosiddetta “terapia zonale”, che ripartiva verticalmente il corpo in 10 zone riflesse. Nella sua pratica di otorinolaringoiatra, Fitzgerald osservò come una pressione esercitata su punti specifici della mano o del piede era in grado di alleviare i dolori dei suoi pazienti durante gli interventi chirurgici. Iniziò, quindi, a suddividere idealmente il corpo umano in dieci sezioni uguali disposte in maniera longitudinale dalla testa ai piedi e, a tali sezioni, far corrispondere le parti del corpo e gli organi interni.

In un primo momento, la terapia zonale prese in considerazione soprattutto le articolazioni e per ottenere una riduzione del dolore venivano spesso utilizzate pinzette applicate, nella maggior parte dei casi, alle dita della mano.

All’inizio degli anni trenta, una massaggiatrice, Eunice Ingham, venendo in contatto con il lavoro portato avanti da Fitzgerald, ne ampliò ulteriormente il metodo e la conoscenza pratica. Il lavoro della Ingham è descritto nel suo libro, uscito nel 1938, Stories the feet can tell, a cui seguì un secondo libro, Stories the feet have told. Successivamente, la Riflessologia fu introdotta in Europa, dapprima in Inghilterra e Germania da Doreen Bayley e Hanne Marquardt, entrambe allieve della Ingham e, successivamente, negli altri Paesi.

In Italia, la riflessologia plantare è stata diffusa soprattutto dagli studi del neurologo Giuseppe Calligaris, professore dell’Università di Roma, e di Nicola Gentile. La loro opera di diffusione verrà poi portata avanti d Elipio Zamboni e Marco Lo Russo.

Il macrocosmo nel microcosmo

I piedi sono le nostre radici. I riflessi degli organi vengono proiettati sul piede in maniera molto logica che segue il concetto dell’analogia di forme. Un esempio di tali correlazioni è l’auricoloterapia, che si basa sul fatto che il padiglione auricolare abbia un’analogia di forma con il feto umano. Così come per l’orecchio, esiste una somiglianza tra il piede e l’uomo seduto. Seguendo questo schema avremo:

  • le zone riflesse del capo e del collo corrispondono alle dita dei piedi;
  • le zone riflesse del torace e della parte superiore dell’addome corrispondo alla zona del metatarso;
  • quelle dell’area addominale inferiore e delle pelvi corrispondono alle ossa del tarso fino ai malleoli;
  • infine, le zone riflesse degli arti inferiori trovano corrispondenza nella parte distale della gamba;

Come funziona la Riflessologia Plantare

Negli anni, i riflessologi hanno provato a spiegare il meccanismo di funzionamento della riflessologia e hanno proposto diverse teorie:

  • Teoria della liberazione ormonale. Questa teoria fonda le sue basi sul presupposto che il cervello controlli parte del nostro sistema endocrino. Attraverso il trattamento riflessologico, si riuscirebbe a stimolare il cervello a rilasciare ormoni aventi azione terapeutica sull’organo riflesso.
  • Teoria della stimolazione nervosa. Parte dall’assunto che esista un collegamento nervoso tra i punti dei piedi e delle mani e gli organi e zone del corpo. Stimolando con una pressione i punti riflessi doloranti si ottimizzerebbe la comunicazione cervello-organo andando ad agire su una specifica problematica.
  • Teoria del drenaggio linfatico. La riflessologia stimolerebbe il sistema linfatico a funzionare in modo ottimale, permettendo di eliminare tossine e scorie in eccesso, avendo benefici sull’intero organismo.
  • Teoria del miglioramento della circolazione. Secondo questa teoria, si avrebbe, attraverso il trattamento riflessologico, un miglioramento della circolazione sanguigna. Il sangue trasporta ossigeno e nutrienti alle cellule e le libera dei loro prodotti di scarto. Migliorare la circolazione sanguigna attraverso il trattamento significa incrementare l’apporto all’organismo di elementi vitali e il processo di eliminazione delle scorie.
  • Teoria della risposta elettrica. In questa teoria vengono paragonati gli elementi anatomici del corpo a degli accumulatori e si paragonano, invece, le zone riflesse delle mani e dei piedi agli interruttori. La pressione effettuata sugli interruttori mira a migliorare e potenziare la circolazione elettrica.
  • Teoria psicologica. Si fonda sulla convinzione che la mente abbia un enorme potere influenzando i processi di autoguarigione e la risposta al dolore.
  • Teoria del Qi. Questa teoria fonda le sue basi sulla Medicina tradizionale cinese, sostenendo che la riflessologia possa migliorare il flusso dell’energia Qi. Il Qi è l’energia vitale della persona e regola la salute dell’intero organismo.

Ad oggi, nessuna di queste teorie ha ancora trovato riscontro “scientifico”. La riflessologia, così come è accaduto per altre discipline complementari, come l’agopuntura, non manca certo di oppositori. Tuttavia questa pratica sta prendendo sempre più piede in numerosi Paesi industrializzati ed è, talvolta, utilizzata anche in ambito ospedaliero.

Bibliografia:

H. Marquardt, Manuale di riflessoterapia al piede, Edizioni Mediterranee, 2010

Avi Grinberg, Trattato di Riflessologia olistica, Red Edizioni, 1993

Dwight C. Byers, La riflessoterapia del piede, Edizioni Mediterranee, 1998